L’Italia grazie alla grande varietà di ambienti naturali possiede una fauna ricca ed estremamente differenziata. Questa varietà di habitat rappresenta il grande patrimonio della biodiversità del nostro Paese: habitat che vanno dalle cime innevate con ghiacciai alle coste rocciose e sabbiose, dai boschi delle Alpi alle lagune costiere.
Il nostro Paese offre riparo a moltissime specie animali, non solo le circa 250 specie nidificanti che si riproducono nel nostro Paese, ma anche a moltissimi svernanti cioè quegli uccelli che trascorrono da noi la stagione invernale per poi tornare a riprodursi nel nord Europa. A queste bisogna poi aggiungere le centinaia di specie migratrici che attraversano il nostro Paese, (che è un ponte naturale proteso nel Mediterraneo), due volte l’anno . In primavera e in autunno infatti milioni di uccelli percorrono le coste, gli stretti e i valichi montani per raggiungere le aree di riproduzione in Europa dai loro quartieri di svernamento in Africa.
Quindi ogni stagione ha i suoi uccelli e il birdwatcher può programmare le sue escursioni, vacanze o viaggi nella Natura, secondo le specie che desidera osservare nelle diverse stagioni.
Per esempio durante la stagione fredda che va nel nostro Paese da novembre a gennaio-febbraio si possono vedere molte specie artiche cioè quelle specie che dal nord Europa scendono nel Mediterraneo per passare la stagione fredda: strolaghe, stercorari, sule che arrivano fino alle coste del Mediterraneo. Mentre nelle paludi e nei laghi moltissime specie di anatre, folaghe e cormorani si alimentano durante i mesi più freddi e nei campi invece pavoncelle e pivieri dorati fanno stormi anche di centinaia di individui.
Alcune specie addirittura però iniziano a riprodursi anche a gennaio. In questo mese, infatti, nelle vallate più remote della Alpi si può sentire il profondo richiamo del gufo reale che inizia il periodo di riproduzione.
Negli inverni più freddi ci possono essere delle rarità che arrivano nel nostro Paese (no regolarmente) coma l’aquila anatraia maggiore o il beccofrusone che proprio negli inverni più freddi arrivano a passare l’inverno.
Molte specie trascorrono tutto l’anno in Italia come la capinera, il merlo, il cardellino e il verdone e iniziano a riprodursi già a febbraio. Nelle fredde notti si sente il canto dell’allocco e della civetta che sono due specie stanziali, che vivono cioè costantemente nel loro territorio, e cominciano anche loro la loro attività di riproduzione molto presto.
In marzo arrivano poi i primi migratori: il biancone, che è una piccola aquila che si nutre di serpenti, le marzaiole, che sono anatre che devono il loro nome proprio al fatto che durante il mese di marzo attraversano il nostro Paese, e arrivano le prime upupe dall’Africa.
Nel mese successivo di Aprile arriva il grande numero dei migratori: rondini, rondoni, cicogne bianche, albanelle minori, che precedono di poco altre specie come i falchi di palude e le tortore.
In questi mesi nelle Alpi i picchi iniziano a riprodursi, quindi lanciano i loro richiami, i tambureggiamenti sui tronchi.
Nel mese successivo di maggio, ad esempio sullo stretto di Messina che è la zona in cui si concentrano il maggior numero di specie, i falchi pecchiaioli, le albanelle minori e molte altre specie attraversano in numeri elevatissimi questo tratto di mare e sono sorvegliati dai campi di sorveglianza delle associazioni e dall’impegno delle forze dell’ordine per tutelare il loro viaggio. Infatti purtroppo, anche se sempre più raramente per fortuna, alcuni individui vengo abbattuti.
In giugno i migratori sono impegnati nella piena riproduzione, mentre gli uccelli stanziali come le cince e i merli hanno deposto la seconda e addirittura la terza covata.
In luglio, se si vogliono osservare delle specie, si deve andare nelle quote più alte. Le specie alpine, come il merlo dal collare o i gracchi, sono infatti ancora intenti nella riproduzione, mentre i giovani delle aquile reali spiccano i loro primi voli. A fine luglio già alcune specie migratrici lasciano il nostro Paese, come ad esempio i rondoni.
Agosto è invece un mese di calma: normalmente tutte le specie hanno completato il loro ciclo riproduttivo, soprattutto nelle regioni mediterranee, e gli uccelli sono attivi solo la mattina presto o il tardo pomeriggio.
Nelle lagune costiere si ha la possibilità di vedere i limicoli, uccelli di palude, che cominciano il loro viaggio di ritorno verso le zone mediterranee e l’Africa e quindi, insieme ad uccelli marini come le sterne e i gabbiani, offrono la possibilità di essere osservati dai birdwatcher, durante questo mese poco attivo.
In settembre partono gli altri migratori, le rondini, i balestrucci che lasciano il nostro Paese e ripartono per l’Africa insieme alle cicogne e a molti rapaci. C’è una specie che però è ancora intenta nel suo ciclo riproduttivo ed è il falco della regina: è un piccolo falco che nidifica nelle piccole isole del Mediterraneo in colonie poste lungo le migrazioni in modo da poter sfruttare i piccoli passeriformi migratori che attraversano il Mediterraneo. Questi rapaci poi passeranno l’inverno interamente nell’isola del Madagascar, a sud dell’Africa.
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