Anche la relazione dei bambini con gli oggetti ed i materiali raccolti in natura è un mondo affascinante di ricerca e scoperte, indagato da illustri studiosi. I bambini entrano in relazione col mondo attraverso il contatto con i corpi e con le cose. La tattilità dei materiali è una forma di conoscenza della realtà. In natura, gli oggetti e le cose vengono raccolti dai bambini con stupore, prelevati da terra con grande piacere, selezionati intenzionalmente e spesso riposti nelle loro tasche che diventano un deposito variegato e segreto, ricolmo di cose.
Come bene evidenzia Franca Zuccoli, “nell’atto del raccogliere, aggiungere ad altri oggetti, e del successivo classificare, ordinare e collezionare sono celati criteri specifici di ciascun bambino, inconsapevoli e non dichiarati, che rimandano al loro mondo interiore”. Ma in questo prelievo di oggetti, cose, cianfrusaglie, legni, sassi, insetti, ….quale realtà preleva il bambino dal mondo speciale della natura?
Ed anche per gli adulti cosa sono dunque queste cose?
L’indagare, quasi come dall’alto di un osservatorio, gli incontri, gli spostamenti, gli affascinanti trafficamenti e gli inediti dialoghi che bambini e ragazzi operano nei loro contatti con la natura, nelle loro immersioni e negli attraversamenti, è un’area di ricerca ancora aperta. Come bambini e ragazzi incontrano la natura? Come apprendono nella natura? Quali sono le paure, le emozioni, le intelligenze nascoste e le potenzialità dei contesti naturali?
Per rispondere è necessario conoscere gli ecosistemi naturali ma soprattutto i bambini ed i ragazzi di oggi: nuovi, diversi, nativi digitali, come li definisce Andrea Ferri, cioè immersi nella realtà digitale che sta cambiando il modo di apprendere, di gestire l’informazione e di comunicare. E’ necessario prefigurare nuove soglie di esperienza in natura, di apprendimento dalla natura e dall’avventura capaci di ibridare e sostenere i diritti naturali dei bambini e delle bambine accanto ad una nuova poetica del digitale.