“Questo non è un mestiere per cinici”. Si potrebbe dire parafrasando un maestro del giornalismo.
So che questa affermazione può apparire falsa ai molti che pensano al reporter come ad un freddo e sprezzante professionista, pronto a manipolare fatti e persone pur di assicurarsi lo scoop. Ma, questa figura negativa, alimentata da molti personaggi di celluloide e da qualche esempio in carne ossa, non rende giustizia alla maggior parte di coloro i quali hanno scelto di raccontare il mondo attraverso le immagini.
Certo i fotografi non sono tutti uguali! E le differenze si notano soprattutto nel modo di entrare in sintonia con il soggetto da fotografare.
Il Serpente Corallo
Esistono fotografi che chiameremo Serpenti Corallo … Il Serpente Corallo lo riconosceresti tra mille. Indossa sempre la divisa d’ordinanza, giacca grigio verde con mille tasche, pantaloni cargo, berretto con visiera, marsupio intorno alla vita e macchinetta al collo. In qualsiasi contesto – anche il più innocuo – il “Serpente” sembra dover andare al fronte. Sta sempre sul chi vive, parla poco, ma osserva con grande attenzione tutto ciò che succede, sempre pronto a scattare. Sia che si rechi in qualche sperduto villaggio o in una grande città, sia che si trovi nel bel mezzo della savana o in un parco cittadino, ha sempre lo stesso atteggiamento. Gira solo accompagnato dalla sua guida locale, tutto lo identificano come “il Fotografo”, i più intraprendenti gli ronzano intorno per capire il motivo della visita e appena possono si mettono in posa; i più schivi lo evitano come la peste e appena vedono il suo teleobiettivo sbucare da qualche vicolo, cambiano strada. Sempre al centro della scena, sicuro di sé senza esitazioni, il Serpente Corallo ama confrontarsi con i suoi pari, i capi villaggio, i grandi esperti, i politici più in vista e, se si parla di mondo animale, cerca sempre l’esemplare più feroce, il più grande e pericoloso. Porta a casa immagini spesso poco originali ma belle, potenti ed impressionanti, che piaceranno senz’altro al caporedattore della rivista patinata con cui collabora.
Il Camaleonte
Dalla parte opposta esistono fotografi che chiameremo Camaleonti … I Camaleonti cambiano livrea ad ogni spedizione. Appena arrivati sul posto si recano al mercato locale, comprano abiti nella bancarella più economica , si informano su twitter della moda del momento e si presentano perfettamente mimetizzati … Con la macchina fotografica ben nascosta, il Camaleonte siede in un bar, ordina una bevanda tipica, e attacca bottone con chiunque gli capiti a tiro. Volge lo sguardo a 360° e si lancia alla conquista del suo nuovo mondo … Torna per qualche giorno negli stessi locali, bazzica le stesse strade. Quando gli sembra di essere entrato in sintonia con l’ambiente, tira fuori la macchina fotografica e comincia il suo servizio. Ora si sente autorizzato a fotografare chiunque: bambini, anziani, cani e gatti … Il Camaleonte pensa :”siamo amici, in fondo, che male c’è’?” Le sue immagini sono spesso mosse, riportano lo sguardo sorpreso o imbarazzato di giovani donne che tentano di coprirsi il volto o provano a nascondere il viso del bambino che portano in braccio, di anziani che voltano le spalle o di ragazzi impettiti che si pavoneggiano davanti alla camera ed ostentano sorrisi esagerati. Il Camaleonte porta a casa molte immagini “drammatiche e moderne” che “colpiranno” gli editor delle riviste “off” con cui collabora, coltiva l’illusione di avere colto la vera anima del luogo che ha provato ad interpretare per qualche giorno. Quasi mai, però, torna a visitarlo, anche perché difficilmente si sarà fatto dei veri amici …
Il Gatto
Ma per fortuna il mondo non è fatto solo di Serpenti Corallo e Camaleonti.
Ci piace pensare che un bravo fotografo sa trovare l’equilibrio necessario per assumere un atteggiamento più saggio. Ancora una volta, prenderemo in prestito dal mondo animale il nome per definirlo: lo chiameremo il Gatto. Il Gatto ha lo sguardo penetrante che sa vedere oltre il buio, si lascia guidare dall’istinto, non nasconde mai la sua vera natura ma non la ostenta, non rinuncia alla sua indipendenza ma sa essere amico fedele, nel rispetto delle diversità. Sa eclissarsi al momento giusto e fare le fusa quando è soddisfatto. Arrivato in un posto nuovo lo studia con attenzione ed in ogni dettaglio, sceglie un buon posto d’osservazione ed esplora i dintorni con aria sorniona e rispettosa, sa essere un buon compagno di strada sia nei luoghi selvaggi che nei salotti “buoni”.
Insomma il fotografo Gatto ha l’onesta di mostrarsi per quello che è. Sa quando e come scattare immagini, sa comprendere l’imbarazzo di chi non ama apparire, sa rispettare il dolore e quando decide di rappresentarlo lo fa non per esibirlo ma per portarlo ad esempio . Il Gatto sa che ogni volta che si scatta una foto ad un soggetto si prende un po’ della sua anima e quindi bisogna restituire qualcosa in cambio, magari solo un sorriso sincero ed un grazie.
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