Gli animali delle Isole Galapagos che osserviamo durante la nostra spedizione in crociera
Cosa vi rimarrà più impresso in questo viaggio alle Galapagos, in questo incredibile scrigno di meraviglie naturalistiche scagliato in mezzo all’Oceano Pacifico?
Le forme primordiali di iguane e tartarughe giganti, che sembrano rimandare ai tempi antichi dove i rettili dominavano il pianeta? O il lento procedere sott’acqua di squali e aquile di mare, sovrani di un mondo silenzioso e misterioso?
Se prepararsi per una Crociera alle Galapagos dona l’eccitazione dell’esplorazione di una terra incognita, vi assicuriamo che una volta là sarete partecipi di un coinvolgimento e una condizione di presenza nel mondo che è impossibile da provare nel quotidiano di tutti noi.
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Ecco a voi gli animali più incredibili che vedrete con noi alle Galapagos.
1.IGUANE
Iconiche, endemiche, bellissime.
Ogni giorno alle Galapagos, il vostro sguardo ricadrà sempre sulle iguane, sia che siano le Iguane di terra sia che siano le Iguane marine.
Fuori dall’acqua, regna l’Iguana di terra.

Endemica delle Galapagos, testa corta e arti posteriori potenti, erbivora. Ma si nutre anche di frutti, fiori, foglie e germogli di altre piante legnose.
Si tratta di un vero e proprio architetto del paesaggio, capace di modificare la struttura della comunità di piante terrestri e animali: riduce l’abbondanza e altera la distribuzione spaziale dei cactus prevenendone anche la riproduzione asessuata.
Limita la copertura di piante legnose, può addirittura avere un effetto a cascata su altri vertebrati, come ad esempio i leoni marini delle Galapagos, che dove le iguane di terra sono abbondanti e quindi la vegetazione legnosa meno abbondante, riescono a inoltrarsi più facilmente a terra per riscaldarsi, fertilizzando il terreno con gli escrementi.
Nell’acqua invece, regna l’Iguana marina.

Anche se la riproduzione avviene sulla terraferma, dove possono esserci temperature di oltre 45 gradi, è l’unica iguana in grado di nutrirsi quasi esclusivamente di alghe sugli scogli e di immergersi ad una profondità di oltre 10 metri, e per più di mezz’ora, nelle acque che qui arrivano a -15°.
Per fare questo occorre un corpo evolutosi per nuotare, una coda appiattita, artigli potenti per attaccarsi, letteralmente, agli scogli sommersi, e ghiandole del sale particolarmente sviluppate.
Ma tutto ha un prezzo, ed ecco allora che a livello locomotorio sembra che l’iguana marina abbia dovuto “pagare un prezzo” per la sua acquaticità, che è stato quello di sacrificare la sua performance nello scatto a terra.
Recentemente, è stato scoperto qualcosa di straordinario sull’Iguana marina, qualcosa che avrebbe sconvolto Darwin: l’Iguana marina può ingrandire e rimpicciolire il proprio corpo. Non solo il proprio peso, ma la sua lunghezza.
Questo accade tramite il riassorbimento del tessuto osseo: qualche mm in meno in ogni vertebra, ed ecco che l’iguana può rimpicciolire del 20%.
Il fenomeno sembra sia legato al EL NINO: negli anni in cui si abbatte sulle Galapagos, l’acqua dell’oceano può diventare molto più calda del solito, e diminuire drasticamente la quantità di alghe di cui l’Iguana marina si nutre. E allora, occorre diminuire il proprio fabbisogno energetico, e quindi le proprie di dimensioni.
Se poi le condizioni tornano di nuovo favorevoli, nessun problema: ci si può allungare di nuovo!
2. LEONE MARINO DELLE GALAPAGOS

Uno dei massimi predatori dell’arcipelago, il Leone marino delle Galapagos – Zalophus wollebaeki. È il parente stretto del Leone marino della California.
Endemico delle Galapagos, è il più piccolo tra i leoni marini, i maschi infatti arrivano al massimo a 158 kg, ed è uno degli avvistamenti garantiti in un viaggio naturalistico alle Galapagos.
La distribuzione delle colonie copre la maggior parte delle isole delle Galapagos, con le femmine che ritornano sempre nelle stesse colonie nelle quali sono nate (filopatria).
Si tratta di un cacciatore formidabile, in grado di immergersi fino a 600 metri di profondità per un tempo di oltre 10 minuti, capace anche di spingere i banchi di pesce verso riva fino a farli spiaggiare e predarli più facilmente.
È anche un mammifero molto confidente: può capitare di trovarsi in acqua in sua stretta presenza mentre esegue incredibili evoluzioni subacquee, o trovarselo disteso sui pontili o addirittura al mercato!
3. SULE

Sula piediazzurri (Sula nebouxii), Sula piedirossi (Sula sula) e Sula di Nazca (Sula granti), sono le sule che ammirerete alle Galapagos.
Sicuramente tra gli uccelli più iconici dell’arcipelago, le tre specie si sule sono diverse tra loro nell’ecologia e comportamento: la prima interagisce con la terza in termini di amensalismo, con conseguente segregazione dei rispettivi siti di nidificazione, la seconda ha un’ecologia tipicamente arboricola, tutte e tre condividono le stesse isole ma non lo stesso spazio trofico in mare. Che confusione.
Le sule piedirossi, le più piccole delle tre specie, sono le uniche che nidificano sugli alberi, sono tra loro amichevoli ma non si fanno avvicinare troppo. Possono percorrere grandi distanze in mare aperto per trovare i pesci, che possono essere catturati anche a 40 metri di profondità.
Le sule di Nazca sono invece le più grandi, depongono due uova ma applicano un fratricidio obbligato: solo uno dei due pulli sopravviverà, dopo aver gettato fuori dal nido l’altro.
Sono anche le tra le vittime di un fenomeno di parassitismo incredibile qui alle Galapagos: una delle specie tra i “fringuelli” di Darwin – la Geospiza septentrionalis – si è evoluta per nutrirsi dei parassiti sopra le sule di Nazca, oltre che su quelle dai piediazzurri. Ma anche del loro sangue: ecco perchè questa specie viene definita il “fringuello vampiro”.
Le sule piediazzurri sono forse le più note, per via del caratteristico colore azzurro dei piedi. I piedi svolgono diverse funzioni: nei maschi, più sono azzurri più sono alte le chances di attirare l’attenzione delle femmine ad esempio.
Sempre durante il corteggiamento, i piedi vengono alzati in aria lentamente e ripetutamente per assecondare i movimenti di apertura delle ali e lo skypointing, ovvero il distendere il becco verso il cielo.
Le sule piediazzurri sono note anche per le loro performance in aria e in acqua, con voli di oltre 100 km/h e tuffi a oltre 20 metri di profondità!
4. PINGUINO DELLE GALAPAGOS

Sebbene i pinguini del genere Spheniscus rappresentino il genere più tropicale tra tutti i pinguini, i loro siti di riproduzione sono comunque legati ad ambienti freddi e altamente produttivi, come le aree di risalita di acque profonda (upwelling) e le piattaforme continentali, aree ricchissime di prede.
Tra questi, i pinguini delle Galapagos sono gli unici che si spingono fino all’equatore, e sono le Galapagos il posto giusto dove ammirarli, all’intersezione di un reticolo di correnti che crea un insolito mare freddo equatoriale ricchissimo di nutrienti.
Si tratta di un pinguino minacciato secondo i criteri IUCN, che probabilmente ha sempre avuto nella sua storia evolutiva numeri bassi rispetto ai suoi cugini sudamericani e sudafricani, confinato in larghissima parte (il 98% dell’intera popolazione) nelle coste occidentali di Isabela e Fernandina, dove i fenomeni di upwelling sono più marcati.
Ma, nella nostra crociera alle Galapagos, non mancheremo di ammirarli a ridosso dell’enorme pinnacolo di lava è Pinnacle Rock, sull’isola più orientale di Bartolomé!
Questo perché i nidi devono essere all’ombra, e, in mancanza di alberi, i pinguini qui all’equatore sono spesso costretti a deporre le uova all’ombra di tunnel e pareti di roccia lavica.
Le dimensioni ridotte del corpo sono un valido aiuto per vivere in condizioni di caldo e dissipare calore, così come avere strati di grasso ridotti e una minore densità di penne rispetto ai pinguini dei climi freddi.
Per mantenere la corretta termoregolazione e raffreddarsi, spesso i pinguini possono allargare le ali per disperdere calore e piegare il corpo in avanti per mantenere in ombra i piedi, che funzionano da veri e propri scambiatori termici. E possono anche ansimare, proprio come dei cani!
El Nino rappresenta, come per molte specie alle Galapagos, il peggior nemico per la sopravvivenza dei pinguini: gli eventi catastrofici degli anni 70, 80 e 90 che causarono fino al 60% di perdita degli individui, non sono stati ancora oggi del tutto assorbiti.
5. TARTARUGHE GIGANTI

Se le Galapagos si chiamano così ci sarà un motivo: Galapágo è una vecchia parola spagnola per “tartaruga”, e sicuramente avrete deciso di spingervi fin qua per ammirare questi incredibili e giganteschi rettili!
Persino Darwin rimase incredulo quando le vide. Ma da dove arrivano?
Le 14 specie tuttora esistenti derivano tutte da un progenitore comune arrivato dal Sud America circa 3 milioni di anni fa, e nel corso del tempo hanno evoluto due diverse forme di carapace.
Alcune infatti, tra le quali c’era il defunto “Lonesome George”, l’ultimo esemplare di una specie di tartarughe originaria dell’isola di Pinta che si riteneva estinta dal 1906, morto nel 2012 all’età di 100 anni, hanno il carapace che si solleva davanti come una sella.
Questo particolare carapace facilita il movimento in alto della testa e premette alle tartarughe di accedere alle piante più alte, ma anche per risolvere i conflitti tra individui.
Altre specie hanno evoluto invece un carapace a forma di cupola, e questo carattere sembra essere associato a isole in cui c’è abbondanza di vegetazione bassa.
Erbivore, le tartarughe giganti delle Galapagos passano 16 ore al giorno a riposare, ma sono anche capaci di incredibili spostamenti, tutt’oggi in fase di studio: lo stesso Darwin, seduto su una roccia nell’isola di San Cristobal, si chiedeva il perché delle tracce che le tartarughe lasciavano su e giù per i pendii vulcanici.
Ora sappiamo che si tratta di vere e proprie migrazioni altitudinali, stagionali e stereotipate, che possono andare dal livello del mare fino a 400 metri di altitudine in un tempo che va dalle 2 alle 4 settimane. Il motivo sembra essere la ricerca delle piante migliori, la cui distribuzione altitudinale segue i cicli climatici annuali.
Ma sicuramente, quando sarete al cospetto di questi giganti gentili e di tutte le altre incredibili meraviglie che vedrete alle Galapagos, non penserete a tutto questo.
Le tartarughe giganti, le iguane, le sule e tutte le altre manifestazioni della natura che vedrete alle Galapagos vi creeranno un dolce senso di disorientamento, come se tutti questi animali si fossero all’unisono accordati per porre fine alla violenza di ogni spiegazione.
Come se qui, a mille chilometri dalle coste del Sud America, dovesse essere lacerato uno dei veli che ci separano dalla bellezza del mondo.
Daniele Vivarelli