La fauna selvatica dell’India : tigri, leoni e altri animali straordinari
India naturalistica, 5 animali da non perdere
La fauna selvatica dell’India: tigri, leoni e altri animali straordinari
La tigre. Ma anche il lupo.
L’orso. Ma anche il leone.
Il cervo. Ma anche l’antilope.
Non c’è niente da fare: tutti quelli che hanno esplorano l’India naturalistica, attraverso un safari nei parchi nazionali, rimangono spiazzati da questi incredibili contrasti faunistici.
Più di 400 mammiferi, oltre il 67% di tutte le tigri e gli elefanti asiatici del pianeta e l’80% di tutti i rinoceronti indiani. L’unico stato al mondo a conservare il leone asiatico, un numero di grandi gatti da paese africano, bovini grandi come trattori, 24 specie di primati, asini selvatici, lontre, manguste, dhole, orsi, sciacallo e volpi volanti, cobra e pitoni e un’avifauna da far girare la testa.
Ma se proprio dovessimo stilare una classifica dei “must see”, ecco i 5 animali da non perdere in un safari nell’India selvaggia e le sue giungle.
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TIGRE DEL BENGALA
La regina, il gatto di oltre 200 kg dal mantello di fuoco.
C’è chi viene in India solo per vedere lei!
L’India ha sempre avuto un rapporto speciale con la tigre. Non solo perché tra le sei sottospecie presenti al mondo E al momento riconosciute, quella del Bengala è forse la più carismatica, ma anche perché il numero di tigri ha avuto, nei secoli scorsi, numeri da nutrie in pianura Padana: decine, se non centinaia di migliaia.
Poi, il disastro.
Alcuni numeri brutali? Solo tra il 1875 e il 1925 si stima ne siano state abbattute 80.000. Ma, quando tutto sembrava perduto, l’India rialza la testa e si ricorda del suo rapporto speciale con l’animale dal mantello di fuoco.
Nel 1971 il Primo Ministro Indira Gandhi legifera l’impensabile: cacciare una tigre diventa illegale in tutta l’India. In una corsa contro il tempo, con meno di 2000 tigri rimaste in India, nel 1973 nasce il Project Tiger, il più grande sforzo di conservazione di una specie mai realizzato al mondo.
Finalmente la tigre scansa il leone dal trono di animale nazionale. Ma gli sforzi di conservazione sono enormi. Nel 2010, con ancora lo spettro di una catastrofica e imminente estinzione, tutte le nazioni che hanno tigri all’interno dei propri confini si ritrovano a San Pietroburgo e si impegnano a raddoppiare il numero di tigri entro il 2022.
L’India, con i due terzi di tutte le tigri del pianeta, raccoglie la sfida: il censimento del 2018, anche se fortemente criticato da più parti nella sua metodologia, mette il mondo davanti ad un numero: 2967 tigri: la promessa fatta a San Pietroburgo è stata mantenuta.
E oggi va ancora meglio: 3682 tigri in India.
Vi garantiamo, che appena sarete con noi sul fuoristrada e la tigre apparirà, il tempo si fermerà.
LEONE ASIATICO
Sì, in India c’è anche il leone.
Oltre 674 individui (al 2020) sono presenti solo ed esclusivamente in Gujarat: nel Gir National Park e Wildlife Sanctuary e nelle aree limitrofe (Girnar Wildlife Sanctuary, Mitiyala Wildlife Sanctuary, Pania Wildlife Sanctuary, Coastal areas, Savarkundla-Liliya, e le zone vicine di Amreli e Bhavnagar.
Negli ultimi cinque anni, il numero di individui è cresciuto del 29%.
Si tratta di un leone leggermente “diverso” da quelli africani che tutti conosciamo: è più piccolo di quello africano, ha la criniera meno evidente, una piega longitudinale di pelle lungo il ventre e il pelo più folto nei gomiti e nella parte terminale della coda. Le prede sono più piccole e la socialità meno spinta.
Anche la genetica racconta qualcosa di sorprendente: il Leone asiatico è ciò che rimane di una linea genetica che univa le popolazioni del Nord Africa, Sud Europa, Penisola Arabica e Asia Centrale. Oggi, i suoi cugini sono i leoni dell’Africa occidentale e Centrale.
Ammirare in uno stesso viaggio tigre e leone: il sogno di ogni fotografo e appassionato di natura!
RINOCERONTE INDIANO
Si dice che la spinta per far nascere quello che sarebbe diventato il Kaziranga National Park – la roccaforte attuale del Rinoceronte indiano, fosse stato un safari avvenuto nel 1904 a cui partecipò la Baronessa Mary Victoria Leiter Curzon, moglie del vicerè dell’India. L’area già allora era famosa per la sua popolazione di Rinoceronti indiani, ma la Baronessa vide solo qualche impronta.
Oggi, il recupero del Rinoceronte indiano dal baratro dell’estinzione è una tra i più eclatanti successi di conservazione in Asia, con oltre 4000 rinoceronti presenti tra l’India orientale (Assam) e le praterie del Terai in Nepal.
Quando sarete a Kaziranga, tutti gli sguardi saranno per lui: impressionante la sua mole (è tra i più grandi rinoceronti del mondo), incredibile la sua “corazza”, da temere il suo carattere.
BARASINGHA
Un cervo incredibile, il Barasingha. Il cervo “dalle 12 punte”, anche se in verità le punte dei palchi possono essere da 10 a 20, è tra i mammiferi più minacciati sul pianeta, ma è anche un altro esempio straordinario di come un programma di conservazione possa avere successo.
Diffuso una volta in tutto il subcontinente indiano, ora si trova solo in aree circoscritte dell’India e del Nepal, in 3 sottospecie ben distinte:
- il Barasingha settentrionale (in Nepal)
- quello dell’India centrale (a Kanha National Park, animale nazionale dello stato del Madhya Pradesh)
- quello orientale (in Assam e Uttar Pradesh).
Quando sarete a Kanha, dedicategli tutta la vostra attenzione: dai 3000 individui del 1938, ne erano rimasti solo 66 nel 1967.
Ora, solo a Kanha National Park, sono più di 800, un successo incredibile.
BLACKBUCK
L’ Antilope cervicapra, l’unica specie del genere Antilope, l’ungulato forse più bello del pianeta.
Venerato da sempre nell’ Induismo: il Carro del Dio del Sole era trascinato da cavalli, ma quello della Dea della Luna – Chandra – da due Blackbuck.
Per Shiva l’Antilope cervicapra era segno di buon auspicio. Le lunghe corna spiralate, venivano nell’antichità unite insieme alla base, con le punte rivestite di ferro, e usate dagli asceti Fakir.
A Velavadar, ma da poco anche a Kanha, potrete ammirare tutta la sua bellezza: le lunghe corna spiralate sono come spade che trafiggono il cielo, il colore bianco e nero dei maschi adulti ha qualcosa di ipnotico.
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Al centro tra tre regioni biogeografiche, l’India è come una calamita che attira specie diversissime tra loro, creando nel viaggiatore che si spinge fin qui un disorientamento strabiliante.
La nostra promessa, è che succederà così anche a voi.
Pronti a partire?
Daniele Vivarelli