Racconto di viaggio nell’India naturalistica dei safari nei parchi nazionali, tra artigli, ruggiti e zoccoli.
Hai deciso di andare in India, bene.
Prima di partire, amici e parenti ti chiederanno quali templi vedrai, a quali festival assisterai, se andrai a fare yoga o a ritrovare te stesso/a.
Non sai come dirlo, che tu invece ti immergerai nelle foreste aride del Gujarat fino alle giungle dell’India Centrale, e ancora oltre verso oriente fino in Assam.
Giungle, savane, piane alluvionali.
Leoni, tigri, Rinoceronti.
Prima di partire, i pochi che hanno visitato l’India dei parchi nazionali e dei safari, o che hanno partecipato al nostro viaggio India Selvaggia, ti hanno raccontato storie incredibili.
Ti hanno detto che qui ci sono sia antilopi che cervi, i progenitori di tutti i bovidi africani e i cervi tra i più antichi del pianeta, con soli 7 cromosomi.
Ti hanno raccontato di leoni che ricordano i leoni berberi e le statue delle nostre città, di orsi che si nutrono di formiche. Dove lo sciacallo dorato ha la sua casa d’origine, il Dhole la sua roccaforte, e dove si avventurano lupi e iene, leopardi, lontre e manguste.
Kaziranga è il regno dei giganti: quando vedrai i primi rinoceronti indiani e gli elefanti asiatici, rimarrai a bocca aperta. Le volpi volanti possono impiegare ore ogni sera per uscire a nutrirsi.
I macachi e langur si impossessano degli spazi urbani, api giganti sibilano e creano illusioni ottiche e l’avifauna è qualcosa di indescrivibile. La tigre, quando apparirà, sarà un gatto di fuoco di 250 kg.
Se cerchi ispirazione, questi articoli potrebbero esserti d’aiuto:
E ora, vediamo come si sviluppa questo viaggio nell’India naturalistica, tra safari e parchi nazionali.
GIORNO 1 – Italia – Mumbai
Si parte dall’Italia, di solito con un volo per Mumbai, sulla costa ovest del subcontinente. Una volta in India infatti, l’itinerario si srotola indicativamente da ovest verso est, dalla penisola del Gujarat fino all’Assam, stretto tra il Bhutan, la Cina e il Myanmar.
Il tempo di venire inondati dai profumi esotici dell’India (e magari vedere già le enormi volpi volanti appese ai rami di alberi di Ficus fuori dall’aeroporto!) e già ci aspetta il primo volo interno per Rajkot. All’aeroporto ci aspetta la nostra guida: siamo finalmente nello stato del Gujarat. Quello di Gandhi, ma soprattutto anche quello della Foresta di Gir, dove ci stiamo dirigendo con la nostra auto privata.
Il Sasan Gir National Park: il regno dell’unica popolazione al mondo di Leone asiatico.
Il lodge dove staremo è proprio all’ingresso del parco. Il tempo di fare una sessione di birdwatching, poi cena e a letto. In India, quello che si impara subito, è che per avvistare gli incredibili animali occorre pagare un tributo: alzarsi prima dell’alba.
GIORNO 2 – Sasan Gir National Park
Il primo giorno di safari dell’interno viaggio, il giorno del leone.
Ci si alza prima dell’alba, un fuoristrada (scoperto) viene a prenderci direttamente al lodge e dopo pochi chilometri si è già al gate di accesso al Sasan Gir National Park.
Il safari dura 3-4 ore, in una foresta secca e decidua di alberi di Teak, acacie e bambù, in percorsi prestabiliti (sarà così in tutti i parchi indiani).
Animali? Cervi Chital come se piovessero, cervi Sambar, un’avifauna pazzesca, coccodrilli e primati. È anche tra i posti migliori in India per osservare il Leopardo asiatico. Ma siamo qui per il Leone asiatico, è il leone apparirà.
Verso metà mattina, quando è già caldo, si torna la lodge. Colazione, relax (attorno al lodge ci sono ottime possibilità di birdwatching!), pranzo e poi si torna fuori in safari, con le stesse modalità, fino al tramonto. A cena, a raccontarci quello che abbiamo visto, poi a letto.
GIORNO 3 Sasan Gir National Park
La mattina come il giorno prima: abbiamo un’ultima possibilità di ammirare il Leone asiatico, quello che è rimasto della linea genetica che porta al Leone berbero, e la fauna di Sasan Gir National Park.
Capita spesso di vedere nel parco uomini, donne e bambini che portano al pascolo le loro mucche con una piccola accetta attaccata alla cintola: sono i Maldhari, comunità tribali che vivono a stretto contatto con i leoni da più di 120 anni.
Dopo pranzo il nostro driver ci viene a prendere e ci spostiamo verso Bhavnagar, anche se in verità ci fermiamo prima. Quello che ci aspetterà domani sarà un’incredibile esperienza: la salita al complesso di templi Jainista di Palitana.
Notte in hotel, potrebbe anche essere un castello di un Maharaja, chissà. Al tramonto, alzate lo sguardo al cielo: lo spettacolo di centinaia di volpi volanti che ogni sera escono a nutrirsi lascia a bocca aperta.
GIORNO 4 – I templi di Palitana e Velvadar National Park
Anche oggi sveglia all’alba, forse anche prima del solito, ma per ragioni diverse: niente safari questa mattina, ma la magica salita al complesso templare di Palitana! Si tratta del sito più sacro per i Jainisti, da raggiungere almeno una volta nella vita.
Gli oltre 800 templi decorati in marmo si trovano in alto sulla collina Shatrunjaya: per raggiungerla occorre salire a piedi insieme ai fedeli, percorrendo un sentiero di pietra con oltre 4000 gradini.
Sono circa 3 ore di salita, facile, un po’ faticoso, ma c’è sempre la possibilità di venire trasportati (a pagamento) dai numerosi portantini alla base della salita.
Ecco perché occorre incominciare prima dell’alba: la salita diverrebbe troppo faticosa nel caldo della giornata, e poi il fascino di salire assieme ai tanti fedeli (dimentica i turisti, verosimilmente saremo i soli…) all’alba è impagabile.
Una volta arrivati in cima occorre togliersi le scarpe. Negli ultimi anni è stato vietato di fotografare, e i controlli ci sono.
Ma, i templi, fanno riferimento a due sette: gli Svetambara (che praticamente hanno tutti i templi e che assolutamente vietano qualunque fotografia) e i Digambara, che invece hanno un unico tempio e che sono più accomodanti.
In tarda mattinata siamo di nuovo giù alla base della salita, si sale sulla nostra auto privata in direzione di un piccolo ma straordinario Parco Nazionale: Velavadar!
Si tratta di uno degli ultimi ecosistemi a savana di tutta l’India: nel safari del pomeriggio avremo l’opportunità di vedere una delle antilopi più belle del pianeta (oltre che sacra qui in India): l’Antilope cervicapra e il Nilgai, una enorme antilope “primitiva” il cui nome latino tradisce l’imbarazzo di chi l’ha per primo classificata (letteralmente Bue/Cervo Capra/Cammello!) e con un po’ di fortuna anche il Gatto della giungla, la Iena striata, il Lupo.
La sera, dopo la consueta lecture naturalistica, si può uscire per una sessione di spotlighting, immersi in un cielo da favola.
GIORNO 5 – Velavadar National Park – Delhi
Sveglia all’alba, e secondo safari all’interno di Velavadar National Park, poi ci si sposta verso la caotica città di Ahmedabad: ci aspetta un volo per Delhi. Finisce cosi infatti la prima parte di questa incredibile cavalcata naturalistica nel subcontinente indiano. È tempo di lasciare il Gujarat e andare ad esplorare l’India centrale, regno della Tigre.
GIORNI 6-7-8 Tadoba National Park
Una volta atterrati a Nagpur, il nostro contatto locale ci aspetta all’aeroporto. In questo viaggio, ci si fa l’abitudine a prendere aerei come fossero taxi, e fa sempre piacere scambiare due parole con i diversi driver che ci aspettano ogni volta in aeroporto.
I trasferimenti via terra, in auto privata, della durata anche di qualche ora, danno poi la possibilità di osservare l’India rurale, il vero cuore del paese. Vale la pena ogni tanto fermarsi, per osservare scene di vita nei villaggi o scorci suggestivi.
Oggi la direzione è Tadoba National Park, un parco raramente visitato dai turisti ma che negli ultimi anni ci ha regalato incredibili osservazioni della tigre. Il Parco, di oltre 600 km quadrati, è una foresta subtropicale ad alberi di Teak intervallata da radure, che si arrampica sulle Chimur Hills.
La leggenda vuole che proprio qui un capo villaggio di nome Taru trovasse la morte. Esiste un santuario ancora oggi, eretto dai locali sotto un grande albero sulle sponde del lago Tadoba in onore della sua morte avvenuta, proprio come nelle migliori favole, ad opera di artigli e zanne…di una tigre.
Ecco, per i prossimi tre giorni, anche noi siamo qui per la Tigre! Ma attenzione a non focalizzarsi solo sulla tigre: Tadoba NP regala Gaur, orsi labiati, persino Dhole e leopardi melanici oltre ad un’avifauna spetacolare.
GIORNO 9 Kanha National Park
Alba, ultimo safari a Tadoba National Park. Arrivati a questo punto avrete presumibilmente già visto la tigre, probabilmente più di un esemplare, ma i parchi indiani sono sempre tante altre cose: prestate attenzione in alto e a terra, lontano e vicino!
Ma non abbiamo finito con la tigre! Terminato il safari infatti, cambiamo stato: lasceremo il Maharashtra per andare a nord nel contiguo stato del Madhya Pradesh, un viaggio in auto di diverse ore, un’altra cavalcata nelle bellissime campagne indiane.
Si arriva la sera al lodge, cena e a letto: domani entreremo in uno dei parchi nazionali più leggendari di tutta l’India: Kanha.
GIORNI 10 e 11 Kanha National Park
Kanha National Park: la più grande area protetta dell’India centrale, uno dei parchi più antichi e scenografici, quello che vi farà letteralmente entrare nei libri di Kipling. Oltre ad essere letteralmente pieno di tigri.
Ormai sarete già abituati: sveglia prima dell’alba, un caffè e poi via in fuoristrada fino al gate del parco. Le solite formalità su tasse delle fotocamere e controllo passaporti e poi finalmente si entra nella magia.
Assaporate tutto quello che vedrete: cervi (tra cui il Barasingha, un successo di conservazione incredibile: dai 66 esemplari rimasti nel 1967 agli oltre 800 di oggi), orsi labiati, langur e rapaci, il Gaur nella bruma dell’alba, i favi enormi delle Api giganti astiatiche…e ovviamente la tigre!
Il paesaggio vi lascerà a bocca aperta: un continuo susseguirsi di foreste di Sal (Shorea robusta), colline ricoperte da bambù, praterie e laghi…incredibile. Come sempre i safari nella giornata saranno due: all’alba e nel pomeriggio fino al tramonto. Enjoy!
GIORNO 12 Delhi
Ultimo safari all’alba a Kanha, poi a malincuore bisogna lasciare questo angolo di paradiso e trasferirsi di nuovo verso Delhi, con un volo da Jabalpur.
Finisce la seconda parte del viaggio, l’India centrale e le sue tigri.
Domani, ci trasferiremo alla parte opposta dell’India, e tutto cambierà.
GIORNO 13 Kaziranga National Park
Si vola verso est, tanto verso est. Se il tempo è buono, guardate nei finestrini di sinistra: quella che vedete è la catena dell’Himalaya!
Una volta arrivati a Guwahati, si percepisce già siamo in un posto totalmente diverso rispetto a quelli finora visitati: l’aria è diversa, gli odori anche. Ve ne accorgerete nel nostro lungo transfer in auto verso est (ancora!): l’Assam, dove ci stiamo infilando, è India solo politicamente, ma ormai è già quasi sud-est asiatico.
Nelle soste che faremo per riposarci e bere qualcosa (questa è la patria del tè!) capita frequentemente che bambini e ragazzini vi guardino curiosi, chiedendo di fare una foto insieme: i turisti qui sono pochi, e l’effetto di vedere le loro facce alla vista di pelli chiare, capelli biondi o stature elevate, è sempre esilarante, e regala l’occasione per scambiare sorrisi.
Dopo qualche ora, lungo una strada trafficata che porta in Myanmar, vedrete dei cartelli lungo la strada che più o meno recitano: “Welcome to Kaziranga National Park – UNESCO Site”. O anche: “Drive carefully: you are entering into an ecological corridor”.
Sì, perchè qui, a Kaziranga National Park, sulla piana alluvionale del Brahmaputra, gli elefanti e i rinoceronti indiani spesso attraversano le strade. Inutile negarlo che siamo qui per questo: se Kaziranga viene definito anche il Regno degli Unicorni, ci sarà un motivo.
Si arriva al lodge la sera, ma un’occhiata tra gli alberi del lodge può regalare incredibili sorprese tra l’avifauna, come i meravigliosi buceri.
GIORNI 14-15 Kaziranga National Park
Descrivere l’esperienza di un safari a Kaziranga è difficile, le parole difficilmente riescono a trasmettere quello che si prova qua.
Immaginate di muovervi con il vostro fuoristrada (sempre scoperto) in una piana fatta di erba alta oltre 3 metri, intervallate da fiumi laghi, tratti a foresta, circondati da giganti di oltre 1000 kg: questo è il regno del Rinoceronte indiano (più dell’80% di tutti gli individui del mondo si trovano qui), dell’Elefante asiatico (libero) e del Bufalo asiatico.
Animali che incutono rispetto (e timore), e che ci catapultano in uno scenario da Jurassic Park.
Ci sono anche cervi che non abbiamo ancora visto, primati nuovi, rettili nuovi, uccelli nuovi (tra i quali l’incredibile Bucero bicorne!).
Può capitare facilmente di vedere lontre e avvoltoi, persino le tigri qui sono abbondanti, ma per lo più invisibili nascoste nell’erba alta (ma attenzione, che ogni tanto capita di vederne…).
Avremo quattro safari da dedicare a questo paradiso naturalistico, in tutti i diversi settori del parco. Un’ esperienza naturalistica pazzesca.
GIORNO 16 Gli elefanti del Kaziranga National Park
Tutto ha una fine, e anche questa incursione naturalistica nel subcontinente indiano segue questa regola. Ma prima di salutarci, Kaziranga ci regala un’ultima e incredibile magia.
Prima dell’alba, quando la bruma sulla piana del Brahmaputra crea una scenografia fiabesca, saliremo sugli elefanti per avvicinare da vicino i rinoceronti. Molto vicino. Sarà un’ora magica, sospesa nel tempo e nello spazio.
N.B.: Gli elefanti, a Kaziranga, vengono domati con una doma dolce, al contrario di quello che accade nella gran parte del sud est asiatico. Prima di decidere se includere questa attività o meno, ci siamo fatti mostrare come avveniva la doma. Sono animali che “lavorano” un paio d’ore al giorno, e poi tornano liberi.
Quando sarete sul vostro elefante, capiterà che i piccoli vi seguano volontariamente, attratti dalla madre: anche questo fa parte del processo dolce dell’abituarli al contatto con l’uomo.
Finito questo ultimo magico safari, ci spostiamo di nuovo verso Guwahati, per il volo per Delhi. Se il volo ha un orario tardivo, possiamo fermarci un’oretta su una collina sopra la città, per passeggiare in mezzo agli incredibili templi Vaishnaviti: l’Assam vi farà ondeggiare tra le energie creative delle shakti, percepite come divinità femminili, i culti mistico-erotici del tantrismo e l’Induismo Vaishnavita.
GIORNO 17 Delhi – Italia
Il giorno del volo internazionale per l’Italia.
Nella nostra incredibile cavalcata naturalistica nel Viaggio in India selvaggia, l’India è stata un bracco implacabile: ha fiutato ogni nostra emozione e l’ha sparsa nelle albe di attesa alla tigre, nelle notti inquiete di sciacalli e pipistrelli, nei crateri che si sono aperti nei nostri cuori quando cervi e lontre, gru e antilopi sono comparsi come per magia.
È stato come un sortilegio che ha preteso tutto da noi e ci ha donato in cambio un rovesciamento e una rigenerazione dello sguardo.
Divinità e artigli, spiritualità e ruggiti.
Daniele Vivarelli