Ecco l’ avvincente reportage dalla Danum Valley Conservation Area, nel cuore del Borneo, dove Sarah Colombo si è recata per conoscere l'”uomo della foresta” !
Ci siamo…ecco il nostro primo Orango!
E’ un rumore secco quello che abbiamo sentito, un rumore secco seguito da un tonfo ovattato.
John, la giovane guida pochi passi avanti a noi si ferma e ci fa cenno di rimanere immobili lì dove siamo; con la mano aperta e le 5 dita tirate, l’indice dell’altra mano di fronte alla bocca accenna ad uno “shhhh”. Gli occhi sono però rivolti verso l’alto a scrutare le cime degli alberi.
Pochi passi leggeri e lenti, il suo corpo che cerca in modo innaturale di piegarsi come se fosse quello di un serpente e farsi spazio tra gli intricati rami e la fitta vegetazione che sembra voglia celare qualcosa di insondabile. Ed Ecco un sorriso compiaciuto apparire sulle sue labbra ed un movimento affermativo della sua testa ci fa capire che ci siamo: “venite…” ci fa cenno con la mano. Ci siamo…ecco il nostro primo Orango!
La Danum Valley Conservation Area
Siamo nella Danum Valley Conservation Area, 438 Km quadrati di inviolata giungla vergine, nel cuore del Borneo Malese, nello stato del Sabah, che ospita alcune tra le specie più rare di animali di questa parte di Asia come il quasi estinto Rinoceronte di Sumatra, lo sfuggente Leopardo Nebuloso, i giganteschi Pitoni Reticolati, gli Orsi dal Collare, i rarissimi Elefanti Pigmei del Borneo; pensate di questi ultimi ne esistono solo 11 mila esemplari e vivono tutti in questa parte di mondo!
Durante il nostro primo giorno in questo angolo di paradiso impariamo che la parola “‘Orang-utan” deriva da un termine malesiano che significa “uomo della foresta”, che è una scimmia arboricola solitaria che trascorre quasi tutta la sua vita sugli alberi dove trova quasi tutto il cibo e l’acqua di cui ha bisogno e dove è al riparo dai predatori. Apprendiamo che hanno sviluppato lunghissimi arti superiori la cui apertura raggiunge anche i 2,3 metri che permette loro di spostarsi facilmente tra le fronde degli alberi e che hanno lunghe e piatte dita sia delle mani che dei piedi che gli danno una presa maggiore e gli permette di spostarsi velocemente e facilmente tra le fronde.
Un incontro unico e speciale
La scena che ci regala questo momento è incantevole da vedere e ci rendiamo conto di quanto sia emozionante avere il privilegio di poter osservare così da vicino uno spettacolo così unico e speciale: una femmina di Orango e il suo piccolo hanno scelto un albero e ora la madre sta preparando il nido per la notte. Mamma Orango piega i rami in modo da creare un letto con le foglie che si trovano alle estremità di questi, spaccando e togliendo quelli troppo grossi o che le sono d’impiccio. Il piccolo la osserva penzolando a testa in giù da un ramo, indeciso se continuare a giocare, mangiucchiare un po’ di corteccia o se osservare come preparare il giaciglio
La guida ci spiega che le femmine raggiungono la maturità sessuale attorno ai 7 anni e danno alla luce un solo piccolo per volta dopo un periodo di gestazione di circa 8 mesi. Dopo che il piccolo è venuto alla luce l’intervallo di tempo che intercorrerà tra una nascita e l’altra è di circa 4 o anche 5 anni. Ciò significa che durante la sua vita un Orango, che vive in cattività un’età media di 35/40 anni, non avrà più di 5 cuccioli e questo è uno dei motivi per cui gli oranghi sono così rari. Una volta nato, il piccolo resta accanto alla madre per un periodo che è più lungo di qualsiasi altro mammifero sulla terra. Durante questi 6/7 anni impara a distinguere le piante commestibili da quelle tossiche, i frutti maturi dolci e succosi da quelli acerbi, come cacciare qualche piccolo mammifero o ancora come ripararsi dalle abbondanti e quotidiane piogge, facendosi “un ombrello” di foglie per coprirsi il capo e come costruire un nido per passare la notte. Insomma per un piccolo Orango imparare a sopravvivere nell’immensa giungla pluviale è una lunga strada da percorrere.
La notte si avvicina velocemente in questa parte di mondo e l’oscurità piomba all’improvviso senza dare preavviso. E’ ora di rientrare, e i primi scrosci di pioggia ci accompagnano fino al nostro rifugio in mezzo alla giungla e proseguiranno poi per quasi tutta la notte.
Tra ponti sospesi e alberi secolari
Il giorno seguente continuiamo la nostra escursione tra le fangose strade di questo incredibile posto, ci arrampichiamo sulle colline attorno all’ headquarters e per più di sei ore siamo contenti di perderci nella giungla, camminare tra ponti sospesi sulle cime di alberi secolari, attraversare fiumi e cascate e anche se l ‘umidità è costante al 90% e rende a tratti il caldo insopportabile e le sanguisughe sono una presenza costanti. I suoni, i colori e gli odori della Danum Valley sono davvero l’unica cosa che conta!
Arriviamo fino alla cima di una collina, le cui cavità naturali sono state utilizzate in era preistorica come cimitero e alcuni tronchi d’albero sono stati utilizzati come bare. E’ tutto ancora così, come se il tempo non fosse mai passato, come se in questa parte di mondo non esistesse altro che lo scorrere delle giornate scandito solamente dal giorno e la notte, dalla pioggia e dal sole. Qui non esiste niente che non sia dettato dalla natura!
Anche la seconda giornata di escursione ci riserva una piacevole sorpresa. Infatti, durante il rientro al campo base per una breve pausa, un forte suono richiama la nostra attenzione. E’ un rumore roco e profondo che si sente vibrare fino la parte bassa dello stomaco. Questa volta è un maschio d’orango che ci avvisa che stiamo passando troppo vicini al suo territorio e lo fa in modo deciso.
Ci troviamo esattamente sotto di lui e riconosciamo subito i tratti dominanti che lo differenziano dalla femmina. Per prima cosa notiamo che è praticamente il doppio della femmina incontrata il giorno prima. Il maschio di orango infatti può raggiungere un’altezza di circa 1,7 metri e arrivare a pesare attorno ai 100 kg, mentre la femmina, molto più piccola, raggiunge l’1,3 metri di altezza e i 50 kg di peso. Il maschio d’orango raggiunge l’età matura a circa 6 anni, e lo si riconosce in quanto sviluppa alcune caratteristiche fisiche particolari come l’importante aumento delle guance chiamate “flange”, una specie di corona carnosa sulla fronte e l’allungamento dei peli attorno alla faccia.
Inoltre ha un grosso sacco laringeo posizionato sotto il mento, grazie al quale emette un suono molto forte che serve sia da richiamo per le femmine che per avvertimento per gli altri maschi. In questo caso l’avvertimento era per noi e ha sottolineato il suo fastidio rompendo anche un grosso ramo e lanciandocelo dietro. Questo atto ci ricorda che qui siamo noi gli intrusi e che stiamo con la nostra presenza infastidendolo occupando il suo territorio.
Il delicato equilibrio di questo habitat
Potrebbe risultare superfluo dirlo, ma lo studio e l’osservazione spontanea di questi favolosi primati e dei loro naturali comportamenti è qualcosa di impagabile, ma questa sensazione oramai è possibile solamente in posti delimitati e tutelati come questo. Per fortuna il particolare stato di isolamento di cui gode la Danum Valley, lontana da centri abitati e quasi praticamente inaccessibile rende questo posto ideale per l’osservazione degli orango del Borneo e tante altre specie.
I suoni, le altezze spettacolari delle cime di alberi secolari, gli animali che vi abitano trasformati da una lenta e sapiente evoluzione, i fiumi impetuosi e gli acquazzoni improvvisi sono tutte caratteristiche da rispettare salvaguardare, ma l’equilibrio di questo habitat è estremamente delicato e rischia di essere compromesso.
Uno dei fattori più preoccupanti che minaccia non solo l’esistenza dell’orango ma anche tutto il suo habitat è la deforestazione. Sorvolando infatti la regione si ha la chiara visione di come quella che prima era una sterminata e immensa giungla pluviale ora sia continuamente messa in pericolo.
Purtroppo, le estensioni delle piantagioni che prendono il posto della foresta (tra cui quelle di olio di palma), restringono progressivamente gli habitat naturali, costringendo gli animali che vi abitano in confini sempre più stretti; questo tragico fatto non si limita alla sola isola del Borneo ma tocca gran parte del sud Est Asiatico, in modo particolare l’Indonesia, casa di una specie di orango ancora più raro di quello del Borneo: il Pongo Abelli o Orango di Sumatra; ma questo è un altro viaggio…
Informazioni pratiche
Quando Andare
In generale la Malaysia ha un clima caldo e umido durante tutto l’anno. Le temperature oscillano solitamente tra i 20° e i 30° e l’umidità è quasi sempre del 90%. L’intera regione gode di un clima monsonico e l’intensità delle precipitazioni è massima tra Settembre e Dicembre sulla costa occidentale della penisola e tra Ottobre e Febbraio sulla costa orientale. Nel dettaglio nella regione del Sabah che si trova sulla costa orientale del Borneo le piogge sono relativamente più frequenti da Novembre a Marzo.
Come arrivare
Lahad Datu, che si trova a sud est della costa e dista circa 100 km dalla Danum Valley è la cittadina più vicina dove atterrare. Ci sono voli giornalieri da tutti il paese sia della Malesia air che Air Asia. Una volta raggiunta questa cittadina ci vogliono circa 2 ore di jeep su una strada sterrata. L’isolamento e la lontananza da tutto di questa giungla è importante per preservare l’ambiente in cui vivono tutti gli animali della zona e gli accessi controllati e limitati nel parco rendono l’ambiente ancora più tutelato.
Non è possibile visitare da soli la Danum Valley ma è necessario affidarsi ad un tour organizzato.
Cosa Fare
L’attività principale è ovviamente l’osservazione della flora e della fauna attraverso trekking nella giungla. Un’altra particolarità di questo posto sono gli spettacolari “Canopy”, ovvero passeggiate tra ponti sospesi tra le cime degli alberi con picchi che raggiungono anche i 30 metri d’altezza; un modo meraviglioso per godere pienamente di questo paesaggio sconfinato e meraviglioso di giungla vergine che ha oltre i 130 milioni di anni.