“Tigre! Tigre! Ardendo lucente nelle foreste notturne – quale immortale mano o occhio poté dar forma alla tua terribile simmetria?”.
Il fascino della tigre
Basterebbero questi primi versi di una famosa poesia di Wlliam Blake del 1795, per capire il fascino che la tigre accende in chi la vede. L’incontro, in natura, con i grandi carnivori suscita sempre emozioni incredibili. Nella mia vita ne ho visti di tutti colori: orsi bruni, polari e grizzly; lupi europei e americani; leoni africani e indiani; leopardi e ghepardi. Ma nessuno, nessuno di questi spettacoli eguaglia quello della tigre nel suo ambiente, la giungla. Appassionato, fin da piccolissimo, ai romanzi di Salgàri e di Kipling, avevo sempre sognato d’incontrare la striata protagonista di tante avventure.
Ma dovetti aspettare tanti anni prima di potere vedere da vicino, tra i bambù, la tonda, meravigliosa faccia della mia prime tigre, issato sulla groppa di un elefante. Accompagnavo un gruppo di soci WWF in India, in occasione del primo anno della nostra campagna in favore delle tigri ridotte, già allora, ai minimi termini. La signora della giungla se ne stava lì, vicino alla preda costituita da un bufalo appena ucciso, e non degnava di uno sguardo noi sull’elefante che la bersagliavamo di foto. A un certo punto sbadigliò maestosamente, ci guardò con infinito disprezzo, e si inoltrò nel folto, tra le fronde della lagerstroemia in fiore.
L’entusiasmo suscitato da queste e altre visioni, unito agli sforzi che in tutto il mondo si erano avviati, grazie anche alla generosa opera della presidente Indira Gandhi, contribuì a una importante raccolta fondi che riuscì, in pochi anni, a raddoppiare il numero di questi meravigliosi felini.
La cercai ancora, senza successo, nelle foreste della Siberia orientale, nel ricordo di Dersu Uzala e nelle Sunderbands salgariane.
In seguito, grazie a una sempre più diffusa rete di aree protette e ben organizate in tutto il subcontinente indiano, la visione di Shere Kahn nel suo habitat, divenne , con gran incremento del turismo e dei guadagni da esso prodotti, molto più agevole e accessibile.
I grandi famosi parchi indiani storici, dal Kanha al Ranthambore, dal Kaziraga al Sariska, dal Bandavgarh al Corbett, offrono oggi l’occasione, imperdibile, di potere ammirare la tigre nel suo ambiente naturale, con il corteggio di specie che ne consentono la sopravvivenza.
Ogni impegno, anche economico, teso alla conservazione di questo irriproducibile monumento della natura e della sua bellezza, lo si deve quindi paragonare a quelli che, in tutto il mondo, sono messi in campo per la salvezza di Pompei o delle piramidi atzeche, di Venezia o di Leptis Magna.
Ed é per questo obiettivo che il WWF si batte da più di 50anni, certo di potere, con l’aiuto di tutti, ottenere grandi e definitivi successi. La conservazione della tigre e di molti altri animali si fa anche viaggiando in modo responsabile.